La popolarità storica dei carlini è giocosamente registrata attraverso le opere d’arte. Siccome le testimonianze pittoriche abbondano, ho deciso di dividerle per secoli, qui inizierò con le raffigurazioni di carlini nell’arte antica e del XVIII secolo.
I primi cenni artistici riguardanti il cane carlino
Data l’antica origine cinese del cane carlino, i primi ritrovamenti storici riguardanti questa razza, sono stati ritrovati proprio in Cina.
Purtroppo non sono riuscita a reperire le immagini di queste incredibili opere ma credo sia giusto citarle ugualmente per far capire come il carlino sia stato da sempre un animale molto amato.
Durante la dinastia Han (206 a.C. – 220 d. C.) il carlino fu ampiamente raffigurato.
Molto belli i carlini scultorei trovati negli scavi tombali. In particolare si fa riferimento ad un reperto archeologico proveniente dalla tomba di un imperatore della terza dinastia Han esposto al Museo Cernuschi di Parigi, accanto a una scultura raffigurante un carlino del 1860.
Il carlino è rappresentato come una figura dello Zodiaco, guarda davanti a sé in posizione eretta con un’aria raccolta e molto dignitosa, è di color cipria e in un atteggiamento molto elegante. Presenta la coda arricciata come i carlini dei nostri giorni.
Una delle prime testimonianze della presenza del carlino in Italia è conservata nel Duomo di Milano: una testa di cane, attribuita a Tino di Camiano (Siena 1285 – Napoli 1337), che ricorda un carlino.
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Pisanello (1395 – 1455), nel Codice Vallardi – gruppo di disegni dell’artista conservato al Louvre – fece sei piccoli schizzi a penna e inchiostro di un cane sotto varie angolazioni e varie espressioni: la faccia del cane è incredibilmente simile ad un carlino, il corpo invece presenta tronco, arti e coda molto più lunghi.
Nel quadro “David che ritorna con la testa di Golia” di Bernhard Strigel (1465 – 1528) conservato a Monaco nell’AltePinakothek, in primo piano compare un cagnolino paffuto che presenta molti caratteri analoghi a quelli del carlino.
I carlini ritratti nell’arte antica
A testimoniare l’amore per questa incredibile razza, sono le pitture che mostrano i cani carlino in tutto il loro splendore, raffigurati da soli come protagonisti dei quadri.
Sono i dipinti a darci un forte aiuto per capire com’è cambiata la fisionomia della razza carlino nel corso dei secoli: notiamo le zampe più lunghe, i musini più pronunciati ed un corpo molto più snello.
Si dice che questo quadro sia uno dei più antichi ritratti di un carlino tigrato, il cane però, nonostante le rughe sul muso, appare un po’ troppo massiccio per essere convincente come carlino.
Questa pittura, restaurata nel 1976, fu commissionata da Luigi XV è stata una delle prime opere in Europa ad avere un carlino come soggetto principale. Questo cane era il prediletto del re.
Ritratti di dame con carlino
Le grandi dame pensavano di valorizzare la propria bellezza tenendo al proprio fianco, per contrasto, un animale dal fisico sorprendente. Molto ricercato, il carlino non era però altrettanto diffuso; al contrario, era estremamente raro e, ovviamente, altrettanto costoso.
Dai paesi bassi e dall’Inghilterra il Carlino raggiunse nel XVII secolo molte corti europee; profondamente diverso dai piccoli Espagneul, Maltesi e Barboni, allora in voga, divenne l’idolo degli ambienti aristocratici.
Le principesse russe ne possedettero alcuni esemplari in epoche remote, e ciò ha spinto taluni ad attribuire un’origine russa alla razza.
“Giovane donna con un carlino”, Francois Boucher, 1740 “Princess Ekaterina Dmitrievna Golitsyna”, Louis Michel Van Loo, 1759 “Ritratto di Anna Orzelska con un carlino”, Antoine Pesne, 1728 “Ritratto di dama”, Giuseppe Maria Crespi, XVIII secolo “Signora con carlino”, Joseph Highmore, 1780 “The Tea Party”, M.E. Staples, 1787
Nel ritratto della Marchesa de Pontejos del 1786, il pittore Francisco Goya ha rappresentato un carlino fulvo in primo piano con un fiocco rosa al collo e le orecchie tagliate.
Uomini illustri e i loro carlini nell’arte del XVIII
Non solo le grandi dame esigevano di essere dipinte con accanto i loro carlini, anche uomini illustri si sono fatti rappresentare in pittura con i loro piccoli amici dalla coda riccia.
Il carlino Raton si siede sul suo umano, il politico britannico George Selwyn.
Importante anche un’altra testimonianza pittorica dell’inglese sir Joshua Reynolds (1723-1792) che dipinse il ritratto del famoso scrittore inglese John Weyland in compagnia del suo carlino di cui però non ho l’immagine.
Un antenato degli attuali carlini posa sopra ad un tavolino accanto al gomito del gentiluomo ritratto. E’ molto interessante notare come il carlino presenti ancora le orecchie tagliate.
Il carlino in famiglia, dipinti d’epoca
In questo dipinto, uno spaniel ruba la scena al carlino seduto a destra del quadro nella completa oscurità. Si intravedono appena le sue forme generose e le sue tenere orecchie pendule.
Nel dipinto “A House of Cards” di William Hogarth del 1730, appare un carlino nero che dimostra come i carlini neri esistessero in Europa prima che Lady Brassey li importasse dalla Cina nel 1886.
“Il battesimo di San Daniele da parte di San Prosdocino da Padova”, Giuseppe Diziani-(1732-1803) “Il matrimonio con una vedova”, William Hogarth “The Fountaine Family”, William Hogarth – 1731
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