Oggi come non mai si assiste alla ciclica diffusione di alcune razze di cani e questo è dovuto soprattutto alle mode del momento.
C’è stato l’anno dei maremmani, dei beagle e dei weimaraner, ma il Carlino non ha mai conosciuto momenti di declino da oltre 2000 anni, anzi, la sua diffusione è in continua crescita.
Il carlino: un cane di moda dalla monarchia cinese all’alta borghesia europea
Sarà merito del suo carattere mansueto, del suo portamento aristocratico o della sua innata bellezza: il carlino è una razza canina che non conosce rivali.
E’ stato amato nel corso dei secoli da reali, borghesi e personaggi illustri che ne hanno fatto una vera e propria ragione di vita.
Di antico lignaggio cinese, la storia della sua nascita è avvolta dal mistero e questo lo rende ancora più interessante e intrigante.
In Cina è stato il cane più amato dagli imperatori tanto che il monarca Ling Ti (168-189 D.C.) gli diede un rango nobiliare.
Il suo carattere docile e affettuoso, ma anche forte e caparbio, lo ha reso il perfetto cane da compagnia, capace di molto affetto e dedizione nei confronti del suo padrone.
Celebre il gesto spavaldo del carlino Pompei che con il suo abbaiare salvò il suo padrone, Guglielmo I duca d’Orange, da morte certa.
Nel 1573, nel corso della guerra che seguì la sommossa delle Province Unite contro gli Spagnoli, un commando nemico si apprestava a penetrare nell’accampamento del Duca per ucciderlo ma il coraggioso Pompei, accucciato nella sua stessa tenda, aveva percepito il pericolo e diede subito l’allarme.
Da allora i carlini diventarono il simbolo della casata degli Orange. Quando, nel 1688, Guglielmo III e Maria II lasciarono l’Olanda per salire al trono d’Inghilterra, portarono con loro alcuni Carlini che divennero i cani ufficiali dell’aristocrazia olandese.
Il cane più apprezzato d’Europa
In Inghilterra il carlino trovò la sua massima espressione grazie ad alcuni celebri allevamenti e soprattutto grazie al supporto della Regina Victoria, amante della razza.
In Francia il carlino fu oltremodo diffuso all’epoca del Secondo Impero. Cedendo all’anglomania, la “buona società” considerava il Carlino come uno dei segni distintivi di ricchezza che era buona norma ostentare.
Il carlino è raffigurato come membro della famiglia reale. Lo potete osservare ben composto e seduto dietro la figura in piedi a destra.
Le grandi dame pensavano di valorizzare la propria bellezza tenendo al proprio fianco, per contrasto, un animale dal fisico sorprendente.
Molto ricercato, il Carlino non era però altrettanto diffuso; al contrario, era estremamente raro e, ovviamente, altrettanto costoso.
Il Carlino divenne uno degli accessori indispensabili di una dama della moda della “high society”, al punto che Hugh Dalziel, autore di “British Dogs – Their Varieties, History, Characteristics, Breeding, Management and Exhibition”, poté dire nel 1879:
Il Carlino è in sovrannumero in questo paese, lo si vede spuntare dappertutto
Persino Napoleone Bonaparte possedette una bellissima carlina, il suo nome era Fortunè, si diceva fosse il suo portafortuna in ogni battaglia.
Anche Maria Antonietta, sotto il regno di Luigi XV, ebbe la fortuna di avere accanto a se un carlino beige di nome Mops.
Il piccolo cane comandò la reggia di Versailles dalla sua postazione preferita: le ginocchia di Madamè, ovviamente finchè lei non fu ghigliottinata.
Tra il secolo XVIII e il secolo XIX il carlino conobbe la sua massima diffusione.
La signora Hester Piozzi nei suoi diari racconta che in Italia questo piccolo cane era molto diffuso e che “ogni carrozza aveva dentro un carlino”.
Dai suoi scritti apprendiamo inoltre un fatto sconvolgente non solo per l’epoca ma per l’attualità: i cuccioli di carlino venivano accolti nelle benestanti dinastie italiane come membri della famiglia e come i bambini veniva allattati al seno dalle balie.
Il tramonto del carlino nel XIX secolo
Alla fine del XIX secolo la moda del carlino decadde rapidamente.
Questo animale venne soppiantato dal Pechinese, dall’aspetto simile, ma dotato di un sontuoso pelo e di un esotismo più nuovo.
Il numero dei piccoli cani da compagnia, peraltro, si allargò grazie alla nascita della cinofilia, che si dedicò a selezionare numerose razze di Terrier.
L’eclissi di popolarità del Carlino si è estesa alla prima metà del XX secolo e, dopo la seconda guerra mondiale, questo cane è diventato relativamente raro; ciò è vero in particolar modo per la Francia, dove nel 1956, J. Dhers sottolineava che se ne potevano trovare sempre meno.
La situazione è rimasta tale fino agli anni ’50.
Il ritorno di moda del Carlino è dovuto al duca e alla duchessa di Windsor, che hanno ostentato la loro preferenza per la razza. Essendo al centro delle cronache mondane, non hanno perso occasione di farsi fotografare in compagnia dei loro Carlini o di spendere una parola per loro nel corso delle interviste.
Hanno in questo modo realizzato una vera campagna di promozione della razza, suscitando in suo favore, a partire dagli anni ’60, un nuovo interesse che non è mai venuto meno negli anni successivi.
All’inizio del XXI secolo il Carlino sembrava andare di nuovo fuori moda, ma, ancora una volta, ha iniziato la sua inarrestabile rimonta grazie ad alcuni film molto celebri che lo hanno reso protagonista.
Primo fra tutti, la pellicola hollywoodiana del 1997 “Men in Black” con Will Smith e Tommy Lee Jones in cui, un Carlino fulvo interpreta la parte del collega Frank. Ruolo che è stato successivamente ampliato nel sequel del 2002 “Men in Black II”.
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