E’ un piacere per me poter parlare oggi di due mie grandi passioni, i Carlini e l’amore per l’arte contemporanea e per le forme d’arte alternative.
Un bellissimo carlino newyorkese, mi da lo spunto per introdurre un grande artista, Banksy (Bristol 1974/75), uno dei più grandi esponenti della street art (anche nota come post-graffiti e guerrilla art).
Bansky, l’artista senza volto
Bansky è il più famoso street artist al mondo di cui non si conosce l’identità (anche se rumors recenti, usciti fuori durante un’intervista radiofonica al produttore Goldie, indicherebbero che l’uomo dei famosi graffiti sarebbe in realtà Robert Del Naja dei Massive Attack. Se vuoi saperne di più, leggi questo articolo).
Le sue opere sono spesso a sfondo satirico e riguardano argomenti come la politica, la cultura e l’etica. L’arte di Banksy, infatti, trova espressione nella dimensione stradale e pubblica dello spazio urbano, realizzando pezzi che documentano la povertà della condizione umana. Le sue opere trattano tematiche pesanti come le atrocità della guerra, l’inquinamento o il maltrattamento degli animali ma lui riesce a creare opere piacevoli e brillanti, in grado di sensibilizzare ogni spettatore.
La tecnica che preferisce per i suoi lavori è da sempre lo stencil che, proprio con Banksy, è arrivata a riscuotere un successo sempre maggiore presso street artist di tutto il mondo. I suoi stencil hanno cominciato ad apparire a Bristol, poi a Londra, e a seguire nelle capitali europee e non solo sui muri delle strade, ma anche nei posti più impensati come le gabbie dello zoo di Barcellona o nei musei più importanti del mondo dove, non si sa come, riusciva ad appendere le sue opere tra le altre già presenti.
Le opere più famose
Tra le opere più famose si ricorda la parodia dell’album Paris di Paris Hilton (2006), oltre a presentare delle versioni modificate sia nel titolo che nella musica delle canzoni della starlet, nell’album si possono vedere delle immagini che ridicolizzano la Hilton (in una il suo volto è sostituito da quello del suo cane).
Nel 2010 va in onda una puntata dei Simpson che porta la sua firma, l’artista ha disegnato lo storyboard e diretto la sequenza che segue la celebre “gag del divano”: lavoratori asiatici che producono in condizioni disumane i fotogrammi del cartone animato e il suo merchandising.
La sequenza mostra provocatoriamente immagini di sfruttamento della manodopera minorile e violenza sugli animali (l’imbottitura delle bambole raffiguranti Bart Simpson è infatti ricavata dalla triturazione di gatti) e si conclude con il celebre stabile della Fox trasformato in carcere di massima sicurezza.
Nello stesso anno, a Napoli in Via Benedetto Croce, realizza uno stencil che rappresentava una reinterpretazione della Santa Teresa del Bernini, raffigurata con in mano delle patatine e un panino, simbolo del consumismo. Possiamo solo immaginare quest’opera geniale poiché un writer anonimo lo ha cancellato. Per chi non lo sapesse, nel mondo dei writer, la pratica di sovrascrivere un murales altrui risulta una grave offesa, almeno che il graffito che si sta andando a cancellare sia un vero pasticcio informe (e dubito fortemente che quello di Bansky lo sia stato).
Il carlino che apprezza lo stile di Bansky
Alcune persone diventano dei poliziotti perché vogliono far diventare il mondo un posto migliore. Alcune diventano vandali perché vogliono far diventare il mondo un posto migliore da vedere.
Da qui nasce l’idea, nell’ottobre del 2013, di una mostra itinerante per New York composta da una serie di lavori che intendono ridefinire i muri dei quartieri cittadini: “Better out than in”
Questo museo a cielo aperto, è durato un mese, ed ogni giorno compariva per New York un nuovo murales firmato Bansky.
Il 15 ottobre è apparso a Tribecca, vicino a Ground Zero, quello che tutti stanno chiamando il 9/11 Tribute di Banksy a New York. Uno stencil con la skyline della città dove è ancora possibile vedere le torri gemelle. Sulla torre di destra c’è un bellissimo fiore rosso, che, se visto da lontano, sembra una bella esplosione coi fiocchi.
Una cosa però ha fatto davvero notizia: un Carlino si è fermato proprio lì a fare pipì! (foto in copertina)
La gente era così stupita che ha cominciato a fare foto a più non posso a questo bellissimo cagnolino, che con molta non-chalance ha espresso la sua opinione su quest’opera! Secondo me, in pieno stile ironico-carlinesco, ha voluto mettere l’accento su quest’opera geniale.
Come promesso il 31 ottobre l’artista ha calato il sipario sulla sua mostra, ha salutato tutti e si pure venduto un pezzo per $615,000.00.
No Comments