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Cura e Salute

Malattie articolari nel carlino: come prevenirle con il fisioterapista.

Quali sono le malattie articolari geneticamente trasmissibili del cane Carlino e come possiamo ridurne l’insorgenza attraverso il corretto movimento ed esercizi mirati fin da cuccioli?

Oggi vorrei parlarti delle malattie articolari geneticamente trasmissibili nel cane Carlino. Cercherò di spiegarti quali sono, da cosa sono causate e come vengono riconosciute.

Infine ti presenterò una veterinaria specializzata in fisioterapia (certificata presso l’università del Tennessee) che ti darà dei consigli su come far crescere il tuo cucciolo in modo corretto, senza traumi (articolari) ed in salute, potendo così prevenire le malattie articolari! Sei pronto? Dai che si parte!!

Malattie articolari del cane carlino: quali sono le più frequenti?

Il cane Carlino è soggetto a 3 patologie articolari trasmissibili dai genitori (o precedenti generazioni) ai cuccioli: la displasia dell’anca, la necrosi asettica della testa del femore e la lussazione mediale della rotula.

Vediamo nel dettaglio.

La displasia dell’anca.

La displasia dell’anca è una malattia a causa multifattoriale, in cui però è stata accertata una forte componente ereditaria. Questo è ormai noto da molti anni.
E’ questo il motivo per cui, prima di mettere in riproduzione un soggetto all’interno di un allevamento, andrebbe testato e valutato come esente da displasia.

La valutazione deve essere fatta da veterinari accreditati, che possano certificare, attraverso un protocollo diagnostico preciso, la salute delle articolazioni.

La documentazione viene poi inviata all’ ENCI che avrà il compito di segnalare sul pedegree del soggetto il suo stato di salute.

Il cane Carlino ha nella sua genetica la possibilità di essere affetto da questa malattia ed è questo il motivo per cui, al momento dell’acquisto di un cane, si dovrà richiedere la visione dei documenti dei genitori, che dovrebbero risultare esenti da malattia.

Il disciplinare prevede che l’esenzione possa essere diagnosticata dall‘anno di età in poi, nei cani di piccola taglia e verso i 18/24 mesi in quelli di grossa taglia, quando cioè lo sviluppo scheletrico del cane è raggiunto.

E’ vero però che, se la malattia viene evidenziata a questa età, un approccio preventivo a quello stadio di maturazione, è meno efficace, se non inapplicabile e meno risolutivo.

Ecco perché è uso comune effettuare una pre-diagnosi in quei soggetti che potrebbero essere predisposti o perché hanno genitori non testati, o perché semplicemente si vuole avere la certezza della salute del cane.
E’ vero infatti che la malattia può manifestarsi anche se i genitori sono entrambi esenti.
Nella diagnosi precoce, l’evidenza di una anche lieve malformazione dell’articolazione consente  di mettere in pratica un protocollo fisioterapico preventivo o terapeutico conservativo o eventualmente una chirurgica, realmente efficace.

La displasia dell’anca è una patologia progressiva e negli ultimi anni si sono messi a punto dei trattamenti che consentono di ridurre il suo peggioramento, a patto che vengano attuati prima che l’articolazione sia totalmente compromessa e/o prima che si sia instaurata una forma artrosica.

Essendo una patologia estremamente invalidante è assolutamente consigliabile effettuare un protocollo diagnostico precoce, già dal 4°/5°mese di età per i cani di taglia media e dal 6° mese in poi in quelli di taglia grande.[1,2,3]

Ma cos’è in pratica la displasia dell’anca?

L’anca è una articolazione molto complessa, costituita dall’osso del bacino che deve accettare al suo interno la testa dell’osso femorale.

E’ una articolazione portante che deve essere molto potente, in quanto deve sostenere tutto il tronco posteriore! Significa che la testa del femore, a forma di palla, deve essere posizionata all’interno di una struttura (acetabolo) che deve contenerla perfettamente.

Lo vediamo in questa immagine: una lastra di un cane con anche perfettamente sane.

malattie articolari del cane carlino, displasia dell'anca

Come vedi, c’è uno spazio molto piccolo e regolare tra l’osso del bacino (le due ali centrali) e le teste dei femori, quelle due palle che si inseriscono incastrandosi tipo puzzle.

Quando si ha displasia, l’articolazione è più morbida, lassa e lo spazio tra testa del femore e l’acetabolo aumenta.

Le parti che tengono insieme l’articolazione, i tendini, le guaine articolari e le parti muscolari circostanti, man mano che il cane cresce, non riescono a tenere più insieme la struttura che quindi comincia a traballare.

Si creano in questo modo dei microtraumi che inevitabilmente infiammano la parte, innescando uno stato di ulteriore malattia chiamato osteoartrosi. (Se vuoi approfondire l’argomento, di osteoartrosi ho parlato ampiamente in questo articolo).

In pratica la cartilagine che ricopre sia la testa del femore, che l’acetabolo va incontro a fenomeni erosivi che non sono più recuperabili se vengono riconosciuti troppo tardi.

Il dolore è uno dei sintomi principali. Quindi il cane comincia a zoppicare e non riusce più a muoversi agilmente.

Sintomi di displasia nel cane

I sintomi sono progressivi come la malattia.

Spesso il cucciolo piccolo, non manifesta alcun disagio, un po’ per esuberanza, un po’ perché la sua struttura è ancora leggera e, a meno di malformazioni molto gravi, non sono ancora sufficientemente invalidanti.

Crescendo la lassità articolare aumenta e così il traumatismo conseguente.
Zoppia ed andatura a coniglio (con le due zampe posteriori che saltano contemporaneamente) sono un segno di malattia, così come, con al progredire dell’artrosi, la reticenza al movimento, la difficoltà ad alzarsi.

Trattamento della displasia dell’anca.

Se la malattia è stata diagnosticata in tempo, il trattamento può essere chirurgico preventivo, con il ripristino dell’articolazione che viene ricostruita, con una ottima prognosi, soprattutto se non si è ancora instaurato alcun fenomeno artrosico.
Nel cane adulto si possono avere trattamenti sia chirurgici che conservativi definiti palliativi in quanto non possono che cercare di ridurre la sintomatologia dolorosa e consiste nella somministrazione di antinfiammatori antidolorifici e di nutraceutici condroprotettori.

Un corretto approccio fisioterapico è certamente un ausilio importante, insieme ad altri trattamenti alternativi, quali l’agopuntura, l’impianto di grani d’oro e l’ ozonoterapia.

Necrosi asettica della testa del femore

Altra malattia articolare che può interessare il femore è la necrosi asettica della testa del femore.

E’ una malattia che colpisce soprattutto i cani di piccola taglia ed è anch’essa parte delle malattie a causa (tra le altre) ereditarie per cui la riproduzione è sconsigliata e che va indicata come esente nei documenti del cane.

In cosa consiste la malattia?

Per necrosi asettica della testa e del collo del femore, si intende una degenerazione di questa parte anatomica, non dovuta a infezione, ma ad altra causa, presumibilmente ad una riduzione o alterazione della vascolarizzazione della parte.

L’osso, come tutti i distretti dell’organismo sono irrorati da vasi sanguigni. Se questi, per diversi motivi non riescono a fare arrivare il sangue, fanno andare incontro a necrosi le parti meno irrorate, con conseguente deformazione dell’osso.

In pratica la testa del femore collassa non avendo più una struttura coerente.

La malattie si presenta in cuccioli dai 4 agli 8-12 mesi; colpisce prevalentemente un arto solo, ma non è esclusa la possibilità che si presenti in forma bilaterale.

Sintomi della necrosi asettica della testa del femore.

I cuccioli presentano una sintomatologia progressiva a seconda della fase in cui si trova la malattia.

  • All’inizio presenta una lieve zoppia che può anche essere bilaterale.
  • In seguito ci può essere riluttanza a saltare e muoversi, per l’avanzare della dolorabilità.
  • Altro segno da valutare è il minor sviluppo della muscolatura dell’arto colpito il quale, a causa di un diminuito appoggio, sarà meno sviluppato.

Diagnosi

La diagnosi si può manifestare con 4 diversi stadi di gravità che si evidenziano attraverso un esame radiografico.

  • Inizialmente c’è un semplice aumento dello spazio intrarticolare (lo spazio tra la testa del femore e l’acetabolo che lo contiene), accompagnato da una alterazione della radiopacità del collo del femore.
  • Alla progressione della degenerazione, la testa del femore comincia a deformarsi perdendo la forma rotondeggiante;
  • diventando via via, sempre più piatta;
  • fino alla forma più grave in cui la rarefazione della struttura ossea si manifesta con maggior prepotenza e sono evidenti alterazioni ed irregolarità nella superficie articolare.

E’ importante ricordare che la diagnosi non deve fermarsi al semplice esame radiografico, ma deve essere accompagnata da una attenta valutazione e visita ortopedica, in quanto spesso si accompagnano anche altre alterazioni, come la lussazione della rotula (di cui parlerò più sotto).

Il trattamento di questa patologia non può che essere chirurgico, con prognosi dipendente dalla gravità della alterazione cartilaginea dell’acetabolo, dalla compromissione della muscolatura e dalla pratica di una buona riabilitazione post operatoria.

Lussazione mediale della rotula

Prima di tutto una precisazione: cosa vuole dire mediale?

In gergo medico, mediale, significa: verso il centro del corpo. E’ da contrapporsi a laterale  che sta per: verso l’esterno del corpo.

Detto questo veniamo alla patologia.

La rotula è un piccolo osso a forma ellittica.
Libera all’interno dell’articolazione del ginocchio scorre in una fossetta della parte terminale del femore.
E’ tenuta nella corretta posizione da un grosso tendine che passa proprio sopra di lei e che termina nell’osso sottostante: la tibia.
Questo le consente di andare su e giù in questo binario, quando il ginocchio si piega o si estende. Al solito un’immagine spiega meglio di mille parole.

Foto 1. Lussazione mediale della rotula posizione normale Photo

Come puoi notare nella foto 1, tibia e femore sono perfettamente allineati.

Se questo non avviene oppure se l’alloggio della rotula non è conformato in modo corretto, allora iniziano i problemi che esitano in uno spostamento (lussazione appunto) della rotula che, nei cani di piccola taglia avviene soprattutto verso l’interno (mediale). Lo vedi bene nella foto 2.

Foto 2. Lussazione mediale della rotula

Esistono diversi gradi di lussazione, a seconda che la rotula sia più o meno in grado di rientrare in posizione normale una volta dislocata.
Questa era stata valutata in 4 gradi nei primi anni ’70, e poi riaggiornata in modi diversi, tenendo conto degli aspetti non solo ascrivibili alla palpazione dell’articolazione del soggetto, ma anche ai risultati radiografici, utili per determinare le diverse implicazioni dei vari distretti anatomici coinvolti. [6]

Cause di lussazione della rotula.

Considerando che la patologia è più spesso bilaterale, che si presenta senza traumi apparenti e concomitante a non correte angolazioni della conformazione del femore, la causa maggiormente accreditata è quella congenita [4] ed è per questo che anche per tale malattia è prevista l’esclusione dalla riproduzione e la necessità di indagine per accertarne l’assenza da inserire nei documenti del cane.

Se il femore non cresce nella forma corretta e con le giuste angolazioni, crea dei problemi durante l’accrescimento sulle ossa sottostanti che a loro volta prenderanno altri difetti. (Detto in parole povere eh!)

In particolare è stato notato che i cuccioli soggetti a lussazione rotulea presentano una scorretta conformazione della testa e collo del femore, rispetto al corpo del femore stesso. Questo provocherebbe tutte le altre modificazioni, nell’appiombo della gamba.

La testa del femore se non ha la corretta conformazione crea delle modificazioni in tutta la gamba che portano alla lussazione

Sintomi della lussazione della rotula

I sintomi si manifestano già quando il cane è cucciolo, con una zoppia dolorosa improvvisa, concomitante allo spostamento della rotula che quindi non consente più al cane di utilizzare l’arto, che rimane bloccato, flesso.

Quando la rotula si sposta  e torna nella sua posizione regolare, la zampa può tornare ad essere utilizzata.

Il trattamento d’elezione è quello chirurgico che, ancora una volta dovrebbe essere effettuato il più precocemente possibile per evitare complicanze artrosiche.
La malattia potrebbe manifestarsi anche in cani anziani.
In questo caso però la riduzione dell’infiammazione e del dolore attraverso trattamenti farmacologici, sarà la scelta terapeutica più appropriata, non essendo consigliato l’intervento chirurgico.

Prevenzione delle malattie articolari del cane carlino

E veniamo al punto più importante!!

Una volta capite quali sono le patologie articolari ereditarie di cui il nostro cucciolo potrebbe essere affetto, vediamo cosa possiamo fare per limitarne il più possibile gli effetti.

Si perché, se è vero che non è sufficiente acquistare o selezionare il cane con il maggior numero di ascendenti esenti da malattia (la maggior parte di quelle elencate sono associate ad un gene recessivo, per cui non è detto che se i parenti sono totalmente sani, anche i figli lo siano) è vero anche che si possono mettere in pratica accortezze affinché ci sia una crescita il più sicura possibile per il tuo cucciolo.

A tale scopo abbiamo contatto la Dott.ssa Erica Giustetto.

Erica è una delle poche fisioterapiste certificate in Italia, grazie ad una specializzazione ottenuta dopo un lungo percorso formativo incominciato nel nostro paese e poi terminato negli Stati Uniti.
Nel Dicembre 2009 ottiene la certificazione Certified Canine Rehabilitation Practitioner e nel 2017 la Certificazione da parte dell’Università del Tennessee: Certified Canine Fitness Trainer.
Si tratta dell’unica certificazione universitaria per i Fitness Trainer in ambito cinofilo.

Il programma prevede anche approfondimenti di biomeccanica del movimento, comportamento e nutrizione del cane sportivo e non.

Qui il suo curriculum.

Perché è importante il contributo di questa collega illuminata?
Perché in effetti troppe poche parole si spendono per far capire ai proprietari di cani che le malattie articolari, le rigidità della colonna di certe razza (Carlino specialmente) possono essere tenute sotto controllo e diminuite nella loro incidenza e gravità grazie a dei programmi  di addestramento/allenamento che seguono e rispettano i tempi di accrescimento delle cartilagini rispetto allo sviluppo osseo e muscolare.

Erica ha quindi messo a nostra disposizione (mia e tua che leggi) alcuni consigli su come far crescere al meglio il nostro cucciolo di cane Carlino (e di tutte le razze in realtà), con particolare attenzione rivolta verso la più invalidante delle malattie e la più influenzabile da queste pratiche: la displasia dell’anca.

Erica di cosa si tratta questa programma?

Ciao Silvia e grazie per questo spazio.

Il mio programma  si chiama Anche Felici!! ed è rivolto a tutti i proprietari di cani cuccioli dai 3 mesi in su, che vogliono imparare a gestire il momento forse più delicato della vita di un cane, quella dell’accrescimento.
Gli esercizi che vengono insegnati in queste sessioni in cui incontriamo i proprietari con i loro cani, sono finalizzati al lavoro propriocettivo e di consapevolezza del corpo come si fa per la psicomotricità nei bambini.

Lavoro insieme ad una comportamentalista ed un educatore cinofilo per dare un’informazione in più possibile completa anche da questo punto di vista, grazie ad una squadra davvero ben rodata.

Perfetto Erica, allora direi che possiamo passare alla pratica. Spiegaci come possiamo prevenire le malattie articolari e come avere delle …. Anche felici! 😜

Il nostro programma si svolge in 3 fasi, che seguono l’accrescimento del cucciolo.

Fase 1: dai 3 ai 6 mesi

In questa fase i cuccioli hanno una resistenza molto bassa agli sforzi, nonostante non ne siano per nulla consapevoli. E’ importante quindi

  • modulare la quantità di gioco in sessioni brevi (10 minuti)a distanza di 3 ore le une dalle altre e devono essere fatte sotto controllo.

A questa età le loro ossa sono particolarmente immature e le cartilagini di accrescimento (le parti terminali delle ossa) ancora molto morbide e quindi facilmente soggette a traumi.

  • sperimentare diverse superfici al fine di abituare il cane fin da subito alla consistenza differente tra sabbia, erba, ciottolato, ghiaia ecc. ecc.
  • EVITARE IL PIU’ POSSIBILE SUPERFICI SCIVOLOSE

Questo è un consiglio che do’ molto spesso perché purtroppo è cause di moltissime malformazioni e di instabilità.
Su di un pavimento liscio, il cane non riesce ad aggrapparsi con il piede, quindi sforza in modo spropositato ed inappropriato l’apparato muscolare con conseguente dolore muscolare e alterati allineamenti delle articolazioni.

  • In questa fase si deve cominciare a portare il piccolo al guinzaglio con pettorina con brevi sedute di passeggiata, più volte al giorno.
  • Sarà inoltre importante cominciare a fare piccole sessioni di ubbidienza: insegnare il seduto, camminare all’indietro, e piccoli giochi di concentrazione, come il cercare qualcosa (un piccolo premio nascosto in giro).
  • NO ALLE SCALE, ma si a piccoli gradini, assi di legno, e piani non perfettamente stabili per aumentare la propriocezione e rafforzare l’equilibrio.

A questo scopo noi utilizziamo con grande soddisfazione i cuscini della FitPow, che sono di diverse misure ed altezze, e sono perfetti per lo scopo.

Si possono posizionare vari strumenti sul pavimento in modo da creare un percorso che il cucciolo dovrà affrontare a modo di gioco. Mai nulla va preso sul serio!

Al compimento dei 6 mesi, consiglio sempre una visita fisiatrica al fine di monitorare l’accrescimento del cucciolo.

Fase 2: dai 6 mesi ai 12 mesi

OCCHIO AL PESO!

Il sovrappeso in un cane giovane (ed anche per l’adulto) è una vera condanna per le sue articolazioni!

Tieni sempre sotto controllo questo aspetto, non fermandoti alle tabelle o al peso in sé, ma osservando il tuo cucciolo: le coste e le vertebre devono essere percepite al tatto. Inoltre si deve poter delineare la differenza tra costato e fianchi, guardandolo dall’alto.

Detto questo vediamo quali esercizi aggiungere:

  • Sviluppiamo l’equilibrio: man mano che il cucciolo cresce deve saper stare in equilibrio anche su un piano mobile  o instabile.

Perché?

Questi esercizi sviluppano il così detto Core, quella parte del corpo che è deputata all’equilibrio, stabilità e postura. Rafforzando l’addome e tronco (perché è quella la muscolatura che sarà maggiormente coinvolta) il cane sarà in grado di ridurre il carico dalle articolazioni, essere più pronto nel caso si trovasse in posizioni non corrette (atterrando da un salto ad esempio).

Inoltre ridurrà le possibilità di traumatismi alla colonna, grazie ad uno sviluppo maggiormente armonico e forte della muscolatura della schiena.

Gli esercizi che sono adatti a questo scopo sono molteplici e vanno fatti in brevi sessioni, mai ripetuti all’infinito, ma alternati gli uni con gli altri, proprio per sviluppare tutti i muscoli in modo armonico e per non annoiare mai il cane. Vediamone alcuni.

  • Insegnargli a camminare lateralmente, con calma e molto lentamente, sempre alla pettorina.
  • Percorrere una trave sopraelevata di 5-10 cm.
  • Camminare sopra ostacoli posizionati rasoterra.
  • Camminare in slalom.
  • Insegnare a stare su 2 zampe sollevate su un piano fisso, facendogliele mettere su un piano leggermente sollevato per 5 secondi, e premiare il cane.
  • La sua evoluzione è quella di farlo stare con due zampe sollevate su un piano instabile (un cuscino ad esempio).

La camminata in slalom è particolarmente indicata nei cani carlini che hanno grande necessità di aumentare la mobilità della colonna vertebrale, proprio per una loro rigidità innata.

Fase 3. Dai 12 mesi fino alla chiusura delle cartilagini di accrescimento (circa 2 anni)

In questa fase si potrà associare anche il rinforzo muscolare, con esercizi, sempre in progressione, mai ripetitivi e mai concussivi (quindi evitare salti su superfici dure).

Si potranno fare:

  • passo del giaguaro, cioè camminata sotto ostacoli all’altezza della spalla del cane;
  • camminare sopra ostacoli leggermente sollevati;
  • gioco di tira e molla (prima assolutamente SCONSIGLIATO perché potenzialmente lesivo per le articolazioni);
  • passeggiate, nuoto e camminata in acqua.

Arrivati a questa età è certamente consigliata una lastra per verificare che le cartilagini di accrescimento siano perfettamente costruite e che quindi, volendo affrontare un maggiore sforzo, non ci siano rischi di danno articolare.

Bene, grazie Erica per i tuoi consigli!!

La Dott.ssa Erica Giustetto svolge la sua attività presso una clinica fisioterapica e di riabilitazione ed è a disposizione per eventuale consulenza non solo sulla corretta crescita del tuo cucciolo, ma anche sulla eventuale riabilitazione dopo intervento chirurgico o trattamento fisiatrico in caso di patologia articolare.

Se vuoi contattare Erica per conoscere le prossime tappe dei suoi corsi, puoi farlo da  questo link.

Bibliografia.

  1. Adams WM, Dueland RT, Meinen J, et al. Early detection of canine hip dysplasia: comparison of two palpation and five radiographic methods. Journal of the American Animal Hospital Association 34:339-347, 1998.
  2. Corley EA, Keller GG, Lattimer JC, et al. Reliability of early radiographic evaluations for canine hip dysplasia obtained from the standard ventrodorsal radiographic projection. Journal of the American Veterinary Medical Association 211, 9:1142-1146, 1997.
  3. Farese JP, Todhunter RJ, Lust G, et al. Dorsolateral subluxation of hip joints in dogs measured in a weight bearing position with radiography and computed tomography. Veterinary Surgery 27:393-405, 1998.
  4. Brinker W.O., Piermattei, Flo G. F.: “Manuale di ortopedia e trattamento delle fratture nei piccoli animali”; pp. 347-366, UTET, 1998
  5. Bojrab M.J.: “Le basi patogenetiche delle malattie chirurgiche dei piccoli animali”, pp. 1077-1092, 2001. Giraldi.
  6. Koch D.A., Grundmann St., Savoldelli D., L’Eplatteiner H., Montavon P.M.: “Die Diagnostik der Patellarluxation des Kleintieres”; Schw Archiv Tierheilk 140, 1998, 371-374.
  7. RASSEGNA SULLA LUSSAZIONE ROTULEA MEDIALE NEL CANE GIULIANA BONETTI*, ANDREA VISENTIN**, ERMENEGILDO BARONI*, MAURIZIO ISOLA*** * Clinica veterinaria “Baroni E.”, Rovigo, ** Libero professionista, Padova, *** Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie, Facoltà di Medicina Veterinaria, Padova

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